"Uno strepitoso Matthew McConaughey nei panni
di
un malato di Aids in "Dallas Buyers Club
immonda
di
Matteo Tassinari
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Aids
punizione divina?
No, diabolica
CHE COSA DIRESTI A CHI CONSIDERA L'AIDS UNA PUNIZIONE DIVINA? Niente. Perché quel pover'uomo è già stato fulminato. Dio l’ha punito
infettandolo con un pensiero così malsano, impietoso e spietato, che non gli
renderà la vita facile perché così lui vuole. Com'è immorale che nel 2015, quindi 20 anni da quando
sono stati scoperti i primi farmaci utili ed efficaci, e ancora popoli interi
sono decimati dall'Aids perché non hanno accesso ai medicinali anti retro
virali e vivono in condizioni di assoluta indigenza ed estrema povertà di ogni
genere.
UN GRANDE PRETE che ho conosciuto per 30 anni e più, don Oreste Benzi, un sacerdote che andava a raccogliere le prostitute alle 3 di notte per portarle in strutture case famiglia allestite dalla Papa Giovanni XXIII di Rimini, disse: "Al povero non va dato ciò che è possibile a noi, ma ciò di cui lui ha bisogno". Un amore d'altri tempi, affetto d'amicizia, e ammirazione, attaccamento e attrazione, desiderio d'avventura, legame con gentilezza e troppa abbagliante bellezza e ricchezza di affetto, NON UN'AMICIZIA DA SOCIAL NETWORK. Un capolavoro della carità umana.
UN GRANDE PRETE che ho conosciuto per 30 anni e più, don Oreste Benzi, un sacerdote che andava a raccogliere le prostitute alle 3 di notte per portarle in strutture case famiglia allestite dalla Papa Giovanni XXIII di Rimini, disse: "Al povero non va dato ciò che è possibile a noi, ma ciò di cui lui ha bisogno". Un amore d'altri tempi, affetto d'amicizia, e ammirazione, attaccamento e attrazione, desiderio d'avventura, legame con gentilezza e troppa abbagliante bellezza e ricchezza di affetto, NON UN'AMICIZIA DA SOCIAL NETWORK. Un capolavoro della carità umana.
L'AZT ha fatto bene solo a chi lo ha venduto. Ma sono cose da non dire |
QUANTE
NE HA SALVATE E QUANTI RAGAZZI, persone
di ogni caverna o tribù metropolitana, ha salvato! E pochi a Rimini ne parlano. Rimini del
resto è Rimini, oggi muore un tuo amico e domani sei al bar con la
panza gonfia di stuzzichini e cocktail fumantini.
Di un uomo così, si dovrebbe prendere più seriamente quello che ci
ha dispensato, trasformando spesso
angheria, disonestà, immoralità, in bene, equità e purezza. E del
resto non me ne frega poco di quello che pensano bigotti e avari, ma colmi di se stessi e dei loro vizi
segreti, per poi ritrovarsi diverse volte con anziani di 70 anni
in reparto Infettivi. Ma cazzo fanno, vanno a trans a 70 anni? Sarò
moralista, ma questo a me fa schifo. Del resto Pier Paolo
Pasolini diceva: "Il moralista dice di
no agli altri, l'uomo morale solo a se stesso". L'indignazione
morale è in molti casi al 2%, la morale, in pratica, non
esiste. Al 48 per cento si parte con l'indignazione e al 50% l'invidia, ben impastato d'ipocrisia degenere e aberrante di
farneticazioni.
UNA DINAMICA DI UMORI CHE vanno dalle stelle per poi scendere nel fango nell'arco di 2 ore.
Un movie costellato dal dolore e rabbia, morte e resurrezione, speranza e fallimento. Una battaglia
per il diritto alla vita che potrebbe toccare tutti. Solo allora v’incazzerete
veramente, cioè quando il malato di Aids si sarà rotto i coglioni perché sarete
voi o vostro figlio, il problema sorgerà solo allora. Esperienze
assai amare. Cicuta per dessert? No, solo detrtiti chimici Big Pharma, il cartello potentissimo che riunisce in se tutte le più grandi multinazionali del
farmaco, ovvero la lobby che detiene il monopolio delle
cure sulla nostra salute. Per Big Pharma quindi le malattie croniche rappresentano una vera manna
dal cielo poiché come noto lo scopo dichiarato delle Corporations non è
aiutare il prossimo ma incassare guadagni. Di conseguenza, per le
multinazionali produrre un farmaco a basso costo che sia realmente
efficace in modo definitivo non si rivela mai un buon investimento.
Non ti dà un po' sui nervi sentire quelli che parlano
di curare i malati mentre sventolano il loro Rolex?
Cosa ne sanno di come si trattano i malati di Aids?
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MA IL VANGELO APOCRIFO (non riconosciuto dalla Chiesa) di Tommaso quando dice: "Beato l'uomo che ha sofferto: egli ha trovato la vita!". Carne avvezza a soffrire, dolore non sente. E poi che è la sofferenza? Io non sono sicuro di cosa sia, ma so che
la sofferenza è il nome che diamo all'origine di tutti i sospiri, le
urla e i gemiti, piccoli e grandi, rozzi e multiformi, che ci
affliggono. È una parola che definisce il nostro sguardo ancor più di
ciò che stiamo contemplando. E Dio soffre con me, non si limita a guardarmi da lontano i periodi di ricovero. Porca puttana. Poi penso: la è il male minore, ciò che ti annienta è uno specchio senza la tua immagine, quello è l'orrore. Ma si guarisce da una sofferenza solo a condizione di provarla pienamente, non lasciarsi spazi inesplorati. E' strano quello che scrivo, me ne rendo conto pure io, solo arrivando a certi punti, canto la mia canzone, "Ho vista Nina volare" di De André, tacendo. Ed i sentimenti virtuosi nascono spontaneamente sul terreno fertile della sofferenza.
FATE UNA PROVA con voi stessi. Come reagireste se sapeste
che il cuoco del vostro ristorante preferito ha l’Hiv? O la tipa che fa
ginnastica proprio vicino a voi è stata ricoverata per una settimana in
ospedale agli Infettivi? O la maestra di vostro figlio è sieropositiva? Poi,
improvvisamente, salta fuori un film geniale, illuminato, ispirato, girato con
autentica e grande cognizione di causa, capace di toccare profondità umane
oceaniche, quindi abissali. L'Aids è un abisso, un burrone, un precipizio, ma
"Dallas Buyers Club”, senza percorrere la deriva del ridicolo, pur affrontando
il dramma con l'ironia umana del quotidiano, che costringe a ridere anche dei propri lamenti del giorno prima. Bisogna saper giocare bene all'altalena, perché l'Aids costringe la persona ad alti e bassi, come fosse una pallina del flipper. “Dallas Buyers Club”, del regista
Jean-Marc Vallée, porta il pubblico al peggio della crisi dell'Aids, i
primissimi anni bui, quando si continuava ad andare avanti perché non c'erano
alternative, dove la malattia era una condanna firmata a morte, con terrore e
ostilità. Senza ombra di dubbio, è il miglior movie del 2013, ed il miglior film da sempre sull'Aids.
La
realtà
crudele
117 MINUTI esplorativi di un periodo sconosciuto, capito
troppo poco perché se ne ha paura, una pellicola che rende il punto fedelmente di
tutte le inquietudini che si viveva durante i primi anni '80. Lasso di tempo
foriero di gag, diktat, dettami, comandi, direttive, norme, regole, delibere,
polizia, 118, Pronto soccorso, flebo, prescrizioni mediche, direttive,
disposizioni per una dura condizione non negoziabile, regolamenti draconiani, umiliazioni, queste e altre sono le limitazioni che hanno vissuto in modo particolare i primi
malati di Aids, quando averlo nel sangue non si capiva cosa potesse succedere. Un mondo a parte, che pochi conoscevano, ma alcuni già lo vivevano. Prima lo chiamavano Htlv3, poi Htl e basta, fino a
giungere al semplice Hiv di oggi, pensando che riguardasse gente "strana" (omosessuali). La realtà è assai diversa e infelicemente molto più crudele. Timorosamente, la gente leggeva sui giornali di un nuovo virus che succhiava il sangue come un vampiro per infettarlo fino a morte raggiunta. A quel punto, l'Hiv, con natura assolutamente trasversale, intaccava
tutte le parti più sensibili del corpo. I giornali erano felicissimi nello sbraitare:
"La morte del secolo", "L'epidemia del Pianeta",
"Pandemia totale" e giù corsivi incompetenti del secolo. Sguazzavano nel fango come il Titanic prima di
affondare, andando a nozze con la gente che non s'accorse di non sapere nulla,
abbindolata dalla disinformazione dei media, anch'essi coinvolti per interessi di bottega o per seguire la linea editoriale
dettata dal direttore o chi per lui, introiti pubblicitari che condizionavano le notizie. I cosiddetti rivoli e margini di profitto che ha offerto l'Aids ai professionisti del settore sono tutt'ora incalcolabili. Si dice che sia il business più redditizio dopo il commercio della droga e delle armi, poi c'è l'Aids coi suoi farmaci anti retro virali che costano per un mese ben 2500 euro a singolo. Un virus benedetto da pochi, i soliti Giuda con la cravatta e i Rolex al polso. La ricerca di un vaccino, non è ben desiderata da Big Pharma, in quanto ci sono medicinali dai costi esorbitanti da smerciare, e bisogna svuotare prima i magazzini, poi si può vedere cosa s'intende per vaccino, questa è la posizione di Big Pharma. Tutto ciò, non farà altro che ritardare i tempi, cioè morti, morti e morti.
Cose
che a me non riguardano
Basta
per favore!
Nella loro natura puttana |
COME QUELLA canzone di Fabrizio De André, quando un
professore in età avanzata di giorno punta il dito contro la puttana
denigrandola pubblicamente come pubblica moglie assieme agli amici,
però, la notte, sarà lei a stabilire il prezzo delle sue voglie.
Metafora per dire come sono poveri e umani i meccanismi che animano
le anime. Comportamenti viscidi, inaccettabili, ma anche teneri,
graziosi nella loro intima natura puttana, nel loro primo e intimo
risveglio malato, trattandosi di un amore fra gente che vive
abbarbicata a flebili speranze e dolorose notizie che il tempo rende,
senza pensare che il tutto sia una tortura! Sono gli anni dalle spalle
larghe, quando nelle giacche i sarti mettevano cuscini per fare, appunto, le
spalle larghe. Mai capita 'sta moda dall'aria nazista, sembrava il look della
Gestapo. Sono i primi anni 80, quando le creste di gallo a Londra non si
contavano tante erano durante i primi anni di Aids, quando si diceva che a
prenderlo erano solo i "froci", persone che morivano molto lentamente
e menavano una vita "perversa" e "anormale". Aspetto brutale, l'essere destinati alla deriva e
all'impotenza combinata alla paura vera, scoprire, giorno dopo giorno che gli
arti non rispondono più e capisci che qualche cosa di inaccettabile, diverso da
tutto quello che avevi visto fino ad allora s'avvicina e s'inizia a contare
tutto, senza drammi, ma succede. Così ci sarà l'ultima doccia, l'ultimo pranzo,
l'ultima sigaretta, l'ultima volta che vedi una persona e non lo dici ma lo
sapete entrambi, l'ultima mail inviata, l'ultima cavalcata, l'ultimo vestito e
così tutto diventa ultimo per cause di forza maggiore.
Ed Harris nel Movie "LE ORE"
diretto da Stephen Daldry |
L'AIDS è LA MALATTIA del peccato, per la gente
"comune". Non si riesce a capire, perché, come tutte le malattie
anche l'Aids è un tempo per vivere, non un modo di morire. Provate voi a
pensare, ad esempio se un sieropositivo dicesse a qualcuno la propria condizione.
Quello andrà col pensiero ad una trasgressione, ad una vita dubbia, ambigua o
quanto meno equivoca e state certi che sarete depennati dalla sua agenda.
Certo, perché esistono abitudini che è più onorevole trasgredire che seguire.
Mentre puoi dire a tutti che hai messo su un By pass al cuore per riscuotere
melense rassicurazioni sul fatto e stucchevoli piagnistei svuotati di pietà.
Poco male. I sammaritani del 2000 mi spaventano.
UN LETO IN STATO DI GRAZIA, anch'egli chiamato ad interpretare Rayon. Solo un mese prima dall'inizio delle riprese, si è calato in modo clamoroso nella parte di un transessuale, indossando i vestiti del suo personaggio per
tutto il periodo di registrazione, pause comprese, mensa, in bagno, talvolta
anche dopo il set o al cinema. A pisciare si metteva a sedere sulla ciambella, tutto doveva essere fatto come fanno le donne., per acquisire maggior convinzione della sua femminilità. “Se dovevo pisciare - conferma Leto - mi sedevo sul water come
fanno le donne. Questo comportamento mentale rapportato a tutti i momenti della
giornata, mi ha dato una certa sicurezza, visto che non avevo mai fatto ruoli femminili. Cercavo di scovare il mio
lato femminile e gonfiarlo fino all'esplosione. Vivevo da donna, in modo
spropositato, proprio come fanno i transessuali, che amplificano i
comportamenti femminei in modo eccessivo, volevo far luce soprattutto ai lati
delle donne in contesti disperati”. Leto è Rayon, trans malato terminale di Hiv
e volontario per testare nuovi farmaci e vedere gli eventuali effetti
collaterali. Una cavia, una persona che ha messo a disposizione della chimica il proprio corpo per pochi dollari. Qui, in un ospedale dei tanti, incontra il socio in affari farmacologici Matthew Mcconaughe e insieme costituiscono il "Dallas Buyers Club", dove migliaia di sieropositivi andavano a curarsi anzichè affidarsi ai presidi ospedalieri e camici bianchi volanti.
Sto da Dio
sui tacchi
PERSONAGGIO che ha richiesto una dieta che ha ridotto l'attore, già magro di
suo, ben quindici chili in meno. "Rayon
mi ha affascinato subito. Ha cuore, testa (quando è lucida). E'
divertente, educata, provocante. E poi… sto da Dio sui tacchi!
Avevo un’idea precisa del ruolo. Un uomo che vuole vivere come
donna, non una drag queen, non un cliché, ma una persona reale con
sentimenti uguali. Ci sono dettagli che aiutano a farti sentire
subito più donna. Un rossetto, il colore della parrucca o indossare
calze in rayon coulisse con nappe. Depilato è davvero una strana
sensazione quella delle gambe che si toccano, si sente tutto in
maniera differente. Interpretare Rayon è stato un grande impegno
emotivo, spirituale e fisico. Penso che un po’ di sofferenza non fa
male e le cose grandi nascano dai grandi sacrifici” ancheggia
l'autore del miglior transessuale hollywoodiano. Niente a che vedere
con "Priscilla,
la Regina del deserto" o
"Transamerica".
I cinefili, o più semplicemente chi va spesso al cinema, penso abbia
capito la sostanziale differenza.
La
feroce mortalità
di
quegli anni
La sgradevole verità è che l'Aids, come sette secoli fa la
peste e le malattie infettive euroasiatiche che sconvolsero e quasi
distrussero le popolazioni indigene d'America, è un frutto avvelenato della
globalizzazione. I microbi non pagano dazio e non s'arrestano alle frontiere.
Per questo tanta paranoia spesso in giustificata, altrimenti sarebbe l’ennesima
epidemia citazioni africana all'insaputa di tutti per la mancanza d’informazioni utili,
la superficialità epidermica del volgo penserà a fagocitare il resto.
L'establishment politico in generale non ha mai fretta, e racconta come l'epidemia sia un episodio storico a cui nessuno può dare spiegazioni. Mai successo, per ogni patologia, c'è sempre una storia letteraria farmaceutica. Perché per l'Aids non sappiamo nulla? Una specie di sventura biblica a cui è impossibile
sottrarci. Un dubbio ciclopico. Con questa attribuzione delle cause a una sorta di sciagura
sovrannaturale i veri responsabili di tutti i governi passati, si
auto esentano da ogni colpa. E l'utilizzo di parole come spread o spending
review, in un Paese dove la conoscenza dell'inglese è bassissima, non fa altro
che allungare le distanze tra il popolo e la reale situazione di chi s'intravvede nelle ombre oscure delle corsie d'ospedale reparti Malattie Infettive magre fino all'osso e camici bianchi che sono veli appoggiati a quattro ossa e un'anima (si dice che pesi 18 grammi, l'anima). Non scherzerei mai sull'anima.