domenica 22 ottobre 2017

Padre David Maria Turoldo


Respira una pianura rotta solo dagli eguali ciuffi di sterpi
in essa unico albero verde, la mia serenità

Il poeta di Dio


E io a domandare alle pietre agli astri
al silenzio: chi ha veduto Cristo?
IL GIOVANE DI OGGI HA DEGLI SVANTAGGI
spaventosi, micidiali, sebbene lui stesso pensi che siano tutti vantaggi, ovvero gli manca la consapevolezza del suo disagio. Il primo svantaggio, è quello di viverenell’abbondanza, sia pure da disoccupato. Noi viviamo su di un
baratro, sul ciglio dell’abisso, la terra
la possiamo distruggere con le nostre stesse
mani, la scienza è scatenata su tutti i
panorami ch'essa esprime, tutto è lecito perché tutto è possibile, prendere
coscienza di questi problemi
realizzare la nostra umanità.   


Io non ho mani
che mi accarezzino il volto,
non so le dolcezze
dei vostri abbandoni.
Ho dovuto essere
custode della vostra
solitudine: sono
salvatore di ore perdute
    Un Dio che pena
    nel cuore dell'uomo
L’UMANITA' E' sempre un di venire, è sempre un farsi, è nata una nuova possibilità, di bene o di male non lo sappiamo, l’umanità non è un dato oggettivo, l’uomo è in costruzione continua. Non si piegò a nessun potere con grande umiltà. Neppure alla sua stessa malattia, il “drago che si è insediato nel mio ventre”, come chiamava il tumore che l'aveva colpito e con il quale ingaggiò una battaglia, quasi un corpo a corpo sfiancante, fino all'ultimo, quando con la flebo nel braccio mentre faceva una seduta chemioterapica spiegava lui, il "drago" (il tumore che l'aveva avvinghiato), il dolore e Dio.

Figura 
imponente e serena


ASCOLTA IL NOSTRO GRIDO,
O GIOBBE
Ma ora a noi avanzano
E senza scampo sono le nostre vite
In queste città maledette.
La morte siede sugli usci delle case
o con gli zoccoli di cavallo va per le strade
in stridori di migliaia di trombe;
o volteggia trionfante
sul capo in risa di corvi a stormo. 
Invece fiorito è il deserto, popolata
di uccelli e di alberi la tua solitudine
angeli danzano al canto nuovo
PER RICOSTRUIRE LA figura di David Maria Turoldo, ci sono voluti ben otto volumi più i vari aggiornamenti di anno in anno. Quando morì, il 6 febbraio 1992, fu davvero poderosa la processione spontanea del popolo di Milano, che andò alla chiesa di San Carlo al Corso, dove era arrivato, giovane, dal Friuli, per dargli l'ultimo saluto. Un poeta innamorato di Dio, un animo inquieto, un religioso fuori dal gregge che urlava dai tetti la voce di Dio, come dice di fare Cristo! La sua voce libera, scomoda, meditativa, a volte disturbante, è una grande eredità che arricchisce chi soffre e non riesce ad emergere perché la vita gli soffia contro. Ermes Ronchi, frate dell'Ordine dei Servi di Maria, conosceva molto bene padre David. Di lui dice “mi colpiva, da un lato, la sua forza contadina, l'imponenza fisica, l’irruenza come di un antico guerriero, di un vichingo. Dall’altro, i suoi occhi sempre chiari e infantili. Affascinava quella voce profonda e vibrante, da cattedrale nel deserto, e il sorriso invincibile degli occhi azzurri”.
Gli occhi miei lo vedranno 
"In questo slancio finale, non cedere cuor mio alle sovrane stanchezze, non sarà certo lunga l'attesa e non perdere  tempo affinché, questo mio essere presente, questo darmi ancora e lasciarmi divorare, ora con la morte ultimo dovere, vorrei sdebitarmi e pagare e pagare lietamente il pedaggio d'entrata".   

UN FILOSOFO SOSTIENE che c’è un duomo, di cui non si vede mai la cupola, e lo conferma Kierkegaard che quando nasce un bambino nasce un infinita possibilità. Tutti vogliamo diventare avvocati, dottori, giornalisti, statali, insegnanti, nessuno più vuole più diventare un uomo o una donna. Penso che sia il valore che più ci manca quello dell’umanità. Al suo posto l’ha preso ciò che il mondo d’oggi definisce come progresso. Il progresso non è inventare nuovi computer, macchine, ricerche sui vaccini, guardate l’Aids, non è un magnifico business per Big Pharma? Certo che lo è e tutti lo sanno, ma nessuno dice nulla, questi sono i grandi peccati contro l'umanità, perché, per di più, non si scoprono neppure. La gente è diventata di una superficialità spaventosa, tutto è banalizzato a seconda degli interesse dei potenti e delle multinazionali.


Orizzonti
Questi i miei giorni
e la verità senza amore
Vuoti di pudore

i miei canti senza note
 più ampi


TUROLDO ERA UN UOMO di grandi passioni e di grandi meriti, ma quello che io coglievo ogni volta che lo vedevo, era questa libertà che emanava su tutto i fronti. Un uomo che ti aiutava a buttare via dalle braccia e respirare orizzonti più ampi. Non che l’abbia conosciuto, anche per questioni di date, ma You Tube, la parte migliore del web, mi ha detto tutto del poeta di Dio. Una delle frasi che amava ripetere, era "raggiungere totalmente la nostra umanità. Mi possono cacciare fuori dal convento, ma io rientrerò dalla finestra". Sembra di sentire Papa Francesco quando ha detto ai prelati, che i preti devono avere addosso il puzzo delle pecore, per dire che devono condurre una vita parsimoniosa, perché solo così si è credibili. E' facile fare beneficenza con l'autista sotto casa a disposizione.
Padre David Turoldo
poco prima di morire

HA DATO LA PIENEZZA di essere frate di Maria, questi frati ancora medievali legati, come lui ripeteva, alle nostre origini più profonde e dimenticate. Ma Turoldo ci ha dimostrato che pregare e scrivere poesie, coincidevano. In fondo, come dice anche Rilke, la poesia è una preghiera non vanitosa. Turoldo non era un lirico delle rime,non era uno stile alato il suo, poco evanescente, ne bucolico, o un romantico sognante armonioso travolto da un vortice pindarico. No. Padre Turoldo era un “passionante” di Dio, amava Dio come facevano i preti che andavano a benedire i moribondi agonizzanti a casa sua nel loro letto nella libertà del Mistero.


Il passionante di DIO


Lo stupore del silenzio




V
orrei una


Chiesa scalza
Padre David Maria Turoldo
COSA DIREBBE OGGI Padre Turoldo alla Chiesa? Che deve essere scalza. Priva di paramenti e ninnoli lungo vestaglie ricamate e intarsiate, a Turoldo piaceva la chiesa scalza, quante volte l’ha ricordato, molto prima di questo attuale Papa che sostiene la stessa linea episcopale di Turoldo. Ai cristiani direbbe fedeltà e libertà contemporaneamente. Turoldo non si mimetizzava. Oggi abbiamo istituzioni, organizzazioni, gerarchie, singoli cristiani che si mimetizzano dietro all’omologazione ed a ciò che la maggioranza pensa. Perché se vuoi essere coerente alla tua vocazione, ideologia, passione, per forza devi essere contro il sistema, era un concetto che appena poteva lo infilava nei suoi magici incontri, carichi di una poesia e forza e rabdomanza. Beati coloro che hanno sete e fame di opposizione. E’ anche questo il compito per cui sei stato chiamato a vivere, per la giustizia profonda, totale e piena. Siamo chiamati verso il tutto ma arriviamo dal nulla, dal non so, noi siamo su questi due giacigli.


Sempre pronto ad ingaggiar
battaglia col sorriso

Pietr

e

scolpite


INVECE DI ANDARE dal nulla verso il tutto, facciamo il contrario, dal tutto andiamo verso il nulla, come si fosse invertito il senso di marcia. Più sei credente più sei libero. Non per nulla si definiva "servo e ministro della Parola" biblica, da lui cantata, approfondita, celebrata, tant’è vero che nelle sue moltissime pagine si può percorrere l’intera sequenza delle Sacre Scritture. Proprio per questo il cardinale Carlo Maria Martini, consegnandogli il Premio Lazzati aveva trovato nella figura e nell’opera di padre David il respiro dei profeti biblici, la voce che esce dal roveto ardente del Sinai e che sprizza come scintilla dalle pietre colpite dal martello di Dio, per usare un’immagine del profeta Geremia.