sabato 23 dicembre 2017

FUTURIBILE

Si trova in un appartamento
di qu
esti palazzi... ne sono certo



Pozze di piscio
e cemento


 di Matteo Tassinari 



Destino dell'uomo non è possedere la propria

umanità, ma preoccuparsi di realizzarla
FOTO SUGGESTIVA, quella dei grattacieli, non v'è dubbio. Eloquente su come si possa vivere in un agglomerato distopico del genere. Fiabesco, angosciante, carico al culmine, zeppo come un uovo, ma venite ce ne stanno ancora, come diceva il mozzo del Titanic. Così reale, che par'irreale. Luci a cappella confondono palazzi misteriosi e sigillati da mille processori d'allarme dove dentro vive un "popolo" di 3MILA persone. Cosa fanno tutte quante? Poeticamente, se si pensa alle storie che capitano ai piedi dei piloni-contenitori di migliaia d'essere umani persi nelle loro paranoie, s'immaginano storie al limite d'ogni sensibilità. Affascinante come New York, attraente come Terni o, surreale come Cantù, compulsiva come Riccione. Fantastico se pensi cosa l'uomo è riuscito ad edificare, quanto ha defecato, ridotto in polpette il senso e l'unione dei gruppi (adesso c'è Facebook), pozze di piscio e cemento, capannoni industriali in disuso immensi abitati da clandestini di tutto il mondo dove basano la coca decine di volete per distrugge migliaia di cervelli "arrivanti" da tutte le parti del pianeta, desiderosi tanto di farsi mangiare, darsi in pasto come le tartine col caviale e ballare per 10 ore di fila, il corpo è diventato una propaggine di qualcos'altro di misterioso. C'è un gruppo di spiritualisti Maoisti che postula delle ipotesi a seconda di chi gliele chiede, riverberandosi come un suono lungo le scarpate del Nevada. La sofferenza di vivere rivela un attaccamento alla vita talvolta insolito per la irregolare stravaganza che si ha nell'affrontarla. Acciochè, al sesso come atto dissacratorio si rivelano malati i sentimenti ossessivi, disordinati, eccessi che somigliano alle autopsie, amnesie e anestesie quando il sole s’è stancato di scaldare gente gelida di abbracci che trasmutano crateri lunari, perdendo citazioni amici come mazzi di carte da Ramino.


Cocabasata



La furia degli uomini tranquilli

UN DEDALO DI PAURE prepotenti scaldano la notte di queste città maniacali del 2100. Poi tre "secche" e sei intossicato come un furetto, al punto che non ti slaccia più la faccia. Come un migrante adolescente tunisino capitato nelle grinfie di un animale 60enne omosessuale pieno d'euro a cui tanto piacciono a chi so io, che gli regalava cocaina a tutte le ore, mattina a sera, in cambio di piacere sessuali (oggi si dice così) visto che tra l'altro è anche modello per una maison di Milano, questo giovane tunisino, che non c'ha capito un cazzo, imbastardito di "basate" di cocaina fumata, molto più carogna e feroce di quella semplicemente inalata. E' allucinogena, e la paranoia inizia da subito. Quasi subito. E ti fa vedere tutto quello che non c'è, un autentico inferno. Pensiamo a rallentare l'autunno in arrivo, prima che tutto geliPerso nel viluppo notturno, m'incammino verso non so dove, ma parto. Rimangono sempre due le luci che mi accompagnano ovunque vada e 'stò. Una è il Sole, per quando coi suoi raggi mi coprirà d'oro, ed una negra, utile quando il gelo si presenterà. 
    Mustela Nigripes
    FURETTO



     L'Ultimo Struzzo 






    COSA



     ACCA



      DREBBE?




    SE LA NOSTRA FACCIA descrivesse esattamente tutto

    il dolore che viviamo, le piccole insicurezze, le mini

    ipocrisie, le paranoie normali e abitudinari? Cosa

    avverrebbe se la nostra espressione decifrasse il

    tormento interiore che ci sbriciola secondo dopo

    secondo ma non lo diciamo a nessuno per non fare

    brutta figura? Riusciremmo ancora a parlarci

    tranquillamente? Ne dubito fortemente! Saremmo dei

    beghini nudi come vermi. Infatti è come la rosolia, che la

    giustizia e verità porta via. Non dovremmo discutere

    nascondendoci dietro scarne mani e dita sottili che

    coprono appena un occhio?




    FINALMENTE CI VEDREMO

    tutti come siamo realmente, le maschere cadrebbero

    immediatamente tutte e voi specie di idioti sarete coloro

    che piangono l’ora della vergogna eterna. L’esistenza

    sarebbe decisamente invivibile se le nostre rughe, i

    tratti facciali per uno strano gioco del destino

    illuminassero dambleu l'intensità raccapricciante del

    vostro volto, ma di più la vergogna sarebbe quella

    attinente ai sentimenti perversi di cui vi nutrite. Chi

    avrebbe più il coraggio di passare di fianco ad uno

    specchio? L'immagine che ne fuori uscirebbe, insieme

    grottesca e tragica, mescolerebbe ai limiti della

    fisionomia macchie di sangue, piaghe sempre più

    calde e allargate (col passare degli anni non si migliora)

    e ruscelli di lacrime prepotentemente intrattenibili.



Il Sarto Santo di Panama

Il porto di Panama, snodo mondiale
per  traffici illeciti


Il morso
del Cobra 
LO CHIAMANO IL MORSO DEL COBRA, si brucia il taglio della Coca e si aspira il miscuglio restante, puro al 90% circa, questo significa che allo spaccio finale da un grammo ne puoi fare almeno 15. Operazioni dove più d'una persona c'ha lasciato le penne per un violento impazzimento del cuore. A Panama li chiamano i palazzi della cocaina, quelli costruiti ai bordi del porto: assicurazioni, multinazionali, agenzie di borse, operatori di trattative, filiali fantasma finanziarie, cambio import-export, attività di ogni genere, tutto controllato dalla Guardia Frontirera di Noriega, l'ananasso, per la sua faccia butterata come la buccia di un frutto che non disdegna il culto del coriaceo, fino a pochi anni fa. Adesso il porto, come tutti sanno, è uno snodo fondamentale per il narcotraffico e non solo, in mano ai cartelli del Sud America, la voce più robusta è senz'ombra di dubbio quella dei cartelli colombiani. In mano alle compagnie ammiraglie più potenti e più arrembanti delle acque del Canale, la corruzione è come l'aria che si respira. E' il motore di tutti gli interessi di quei movimenti che coinvolgono navi e bilici. Come i grattacieli fatti con i soldi della cocaina, a tal proposito guardate il film "Il sarto di Panama" con l'ottimo Geoffry Rush, capirete meglio anche questo testo. Basta avere gli occhi un po più lunghi e la testa fuori dal cappuccio. Per captare.


Le Pareti dell'Anima

CIAO. PENSO SIA OPPORTUNO non scordare mai certe cose. Dal mio libro: Il cuore è un pendolo. Il cuore è un pendolo che bussa alle porte dell'amore e non trova mai chiuso e tutti accorrono al suo suono. Ti chiede solo qualche parola e un po’ del tuo infinito tempo e se tu glieli concederai sentirai suonare le campane della vita. Il cuore è un pendolo che tocca le pareti dell'anima e se tu ti abbandoni al suo ritmo ballerai come le onde del mare.


TI SPINGE VERSO CIELI

più alti dove lo spazio immenso e azzurro e se intonerai la sua melodia, udrai cantare le ninfe dei boschi aplanare. Erano divinità dei boschi, che inseguivano le ninfe tra i re dei legnami canadesi e y peyote messicano De Pedro. Il cuore è un pendolo che non si fermerà mai perché viene nutrito dalla speranza che tutto diventi piacevole armonia e se tu cavalcherai l’energia emanata ascolterai anche tu il toc toc del tuo cuore. E' una messa in scena colma di mise en abyme, un taglio visionario e totemico, che detiene la forza di mille agonie, una potenza allusiva, anche nel modo in cui l’arte del massacro diventa supplizio, grande "perversione" mistica, quando proprio in certi momenti vorresti fare qualsiasi altra cosa di quel che vai menando. Mettiti a parlarci di te, di cosa sei composto, come ti hanno arrotondato le viscere, il tuo ombelico, come è fatto?



UN DIPINTO NOIR fascinoso per quanto pruriginoso, seducente per la sua ambiguità, Massivo per il taglio netto alla carotide che una foto così può regalare. Immaginifico da sembrare finzione, insolito in quanto abito a Forlì e la posta me la da a mano un postino (Elio) con la bicicletta e poi si fa un caffè in una latteria e si compra il Resto del carlino. Che pena. Talvolta ci si dà il buongiorno, ci si scruta in silenzio, ci si odia, ci si ascolta, ci si annusa, si possono compiere operazioni di un certo livello, definitive, importanti. Si cerca pure di protestare, pensa un po'. Tutto ciò, accipicchia, accade mediante la totale gestione e compostezza. Ci troviamo intorno agli anni lucidi, gli anni Cinquanta, alla mensa di uno dei sarti più importanti e più ammirati del Regno. Tende, separè, fantasie da carte da parati dappertutto, glissate, ninnoli, argenteria, celebrate vettovaglie, statue composte e riverenti busti irti compongono una dimensione simbiotica fra arte e vita,nel segno nascente della assoluta eleganza ritrovata, che funziona in maniera primaria prima che secondaria, circa come un tabù. I passaggi di Pagoda sono impagabili, come quelli di Curt, pur capendo che dall’inizio, quando si fa la barba è solo il nesso fra realtà e liturgica socializzazione informatica.



Qualcuno, è cambiato?

RITUALI
SUDAMANO
E' BENE CIO' CHE FINISCE, questo abbiamo detto che è assodato. Ma voi, vi siete mai fatti tenerezza? Vi siete mai visti alle spalle, senza che ve ne accorgeste? Io si. Mi è riuscito. Ma non m'è servito a molto se non a capire che non mi sfugge nulla di me, porca vacca.  Già quando ho voglia di scrivere, scrivo poco, quando non ne ho è davvero letale trovare parole adeguate. Sto male, la febbre che avanza e la sostanza che giace nella mie membra. Sgrilletto la rotella del mouse come avessi di fronte gemiti e liquidume di seconda mano. A volte vorrei non far caso a fatti che catalizzano la mia attenzione, perché è tutta fetenzia, ormai mi sembra d'essere un mafioso, alla Camilleri, un letterato informato indiziariamente del sottobosco. Allora guardo la luna e non ci vedo nulla per rimanere in tema. La sua testa caratterizzata da un disco grigio di metallo che incute paura, a me fa solo compagnia, una luce sbiadita ma amica. Quando litigo, loro erano lì, e capitava che mi mi masturbassi. Come quando evitavo di calpestare gli incroci tra le mattonelle, come Jack Nicholson in "Qualcosa è cambiato".

Che carucce tutte e 5. Cioè... 4.

GUARDANO SE CANTO, rubo una macchina, scateno una rissa, maneggio nel gioco d'azzardo, organizzo complotti militari in Sudan, mi connetto in Internet con la CIA 3 volte al giorno, è una vita pesante la mia, quella di un faccendiere vecchio stampo tipo Sindona o Gelli. Osservano persino nella vasca da bagno. Si chiamano pulotti, quelli coi baffi sulle pantere pronte a morderci il sedere e dire: ahiahia! Non posseggono cultura e ci piace 'a busta a fine "do o" mese. Li guardo adesso e capisco tutto, siano benedetti i miei fallimenti, devo a loro, ai miei fallimenti, tutto ciò che sono. Come avrei voluto esservi lontano, ma lontano non vi so stare, siete troppo miei. Fallimenti che portano alla verità che molti preferiscono ignorare per paura. Le malattie poi m’impongono di frequentarvi e la morsa si stringe dopo 3 decadi di delitti mai commessi, come l'essere molto malati ed essere morti, sono condizioni molto simili agli occhi della società liquida di Bauman. Perché il malato è un veggente, nessuno possiede un'immagine del mondo più chiara della sua. Un mondo dove c'è sempre un "ma" in quanto imperfetto. Che peso ingestibile. Che conflagrazione improvvisa e travolgente, come uno scoppio d'incendio che avvolge L'Arco di Giovanna.
Chi parla dell'avvenire è un cialtrone, è l'adesso che conta!
Invocare i posteri, è parlare ai vermi

(Louis-Ferdinand Celìne)


Haipersoledistanze?



I bambini crescono

i disoccupati pure



Si,  siamo    tutti


MOLTO ODIERNI

QUANDO C'E' LA SALUTE!

ESISTE ANCORA
un’aula che non sia bunker e un capo che non sia carismatico o storico? Perché le correnti fanno sempre capo a qualcun. Come si scioglie una riserva? A quanti gradi? Perché il mandato di cattura si emette come fosse un ultimo respiro? Ogni caso ha le sue precauzioni. Tu hai preso le precauzioni del caso? Hai preso le distanze dall'argomento? Hai meditato una pausa di riflessione? I cerotti chi li ha presi? Tutti modi di dire molto odierni, che impongono uno stile di vita, non più un linguaggio semplice per comunicare e basta, come dovrebbe essere. Attraverso il nostro linguaggio, siamo arrivati anche alla formazione. Non so perché, ma ciò lo trovo inquietante, perché da sempre ho pensato che la costruzione umana dovesse avvenire per esperienze vissute, e non per dialettiche che sono sempre infarcite di ideologie e miasmi da spleen.Amiamo i   bambini. Ci occupiamo della loro pipì fin dalla più tenera età e via a pulire milioni di pannolini. Guardiamo con commozione i nostri figli e ci chiediamo: sarà asciutto? Non sarà asciutto? Mai uno che si chieda: sarà scemo? Poi i bambini crescono. Li facciamo studiare affinché diventino ottimi disoccupati. Ma il loro sederino, sarà irritato?



HY
NON sognatelo  

SIATELO!



IO NON HO FIGLI, ma un mio amico si, ne ha 3. Il più grande, un ragazzone tirato su a Nutella e marmellate fatte dalla mamma, anche se il problema era la poca socialità del giovane ragazzo. C'ha tutto, anche i buchi nelle orecchie per mettere gli orecchini, perché le clips gli danno fastidio. Gli manca la capacità di relazionarsi, forse nessuno gli ha mai parlato di come si fa. Con il termine di tasse, lo do per scontato che è dato per acquisito e con esso s'intende la estorsione legalizzata che lo stato impone al cittadino. Questo dialogo fra Palazzo e cittadini ha dato i suoi frutti, se osserviamo che oceanica somma di voti in queste tre ultime tornate elettorali di protesta abbiamo osservato.



Permessi di soggiorno per
tutti i CAIMANI
Società liquide, MESSIER BAUMAN
LA PARIETTI DEL 2200
BRAVE, TOSTE, COSI' SI DICE, ma in modo intelligente e spiritoso, come il far del brigante nelle sterpaglie alla ricerca di muschio e castagne, beve solo sangiovese andato a male, quasi acetato. Erano calanchi arcani.
UNA GRANDE
LETTURA
Difatti anche Cagliostro suonava bene la chitarra, se è per  questo.  Solo che sono arrivato ad un punto che ogni post potrebbe essere l'ultimo. Poi non dite che non ve lo avevo detto! Le canzoni sono come i libri e viceversa. Gli orgasmi sono invertiti, il godimento è perpetuo e a tua completa disposizione, come quelle ciliege che vedi grosse sull'albero e capisci che non puoi non mangiarleQuelle poche volte che mi capita di sentirla, "La donna cannone" di Francesco De Gregori, penso (anche) a Livia e mi dico: “Stanno suonando la nostra canzone Livia”, cara Livia, quanto mi mancano i tuoi discorsi antichi. Cercai, senza darlo a vedere, appoggi psicologici ricorrendo a figure morali della tradizione, insegnanti, maestri d’asilo, entità che svolgono per un misero compenso un ruolo che dovrebbe essere assegnato in base a una comprovata vocazione. Tentativo che fallì, confermando come l’impressione più diffusa fosse diagnosticamente esatta. Tutto finì in un giorno di particolare ressa, niente di più. Com’era tutto più facile allora. Sembrava che fosse quasi vietato morire tanto si stava bene. Come ci si capiva in fretta. Si parlava la stessa lingua che ora non conosciamo più. Si cresce, peggiorando, anche perché l'alcol non aiuta. Fare aria, invece, fa bene. 
Noi possiamo chiudere col passato,
ma è lui che non chiude con noi,
può essere un bene come un dramma

NELLA STORIA DELLE mille piaghe umane, troppo umane talvolta, in avventure come quelle narrate dallo scrittore Miguel de Cervantes, troviamo certo non a caso l'universale condizione dell'essere umano nel suo perenne oscillare tra solitaria affermazione individuale di uno spirito libero, dotato di una indomita perseveranza, muta condiscendenza alla subordinazione, urgenza di riparare tutti i torti, visionaria vocazione all'intrapresa individuale e collettiva, speranza in una qualche sicurezza, subita propensione al lavoro salariato, aspirazione sempre sofferta all'indipendenza individuale e alla ricchezza comune. Oooooh... che esalazioni! Ti ricordi Lego? Che puzza quella discarica e tu, che per fare due gocce, ormai t'intossichi. Ma ridevamo per tutto, perché eravamo nel tutto. Io e Lego, completavamo lo spazio intero, per questo quando ci si vedeva si capiva già che una marachella era in atto e gli animi si davano l'occhietto. Che bel friccichio di libertà sudatissima caro Lego, amico alto circa come me (vicino ai 190 cm, tu qualcosa in più, l'ammetto).
LA TERRA DEI CACHI
NASCONDONO LA FACCIA o parlano a cappella per non farsi volutamente capire e darti dell'ignorante, persone spurie e ibridi. Come è inutile spingere i tasti, il tempo passa, la tastiera sporca sempre più di sporca di sudore e di anni, tanto Carlo Conti resterà sempre lì con Giletti e Fazio a scambiarsi san Remo Festival Corporation. Ma gli italiani sanno che san Remo è san Remo. Perché una vela vale se gela nella loquela del vento. Sarebbe meglio lasciar perdere o almeno far finta di crederci, ma ogni volta, ogni anno si ripetono sempre le stesse monotonie. Se non ci fosse il calore di qualche persona saremmo stracci Vileda, molto pratici a pulire e sputare ammoniaca come detersivo.  Ah, da scoppiare! Ma passa, passerà tutto, la vita implacabile cancella in un attimo la tua storia, come una scopa passa ruvida sul corpo e sull'anima, cercando in fondo ad un altro sogno che svanisce e vola via per non più riprenderlo. Come un Alzheimer.